DOLLAR SPOT - SCLEROTINIA HOMEOCARPA

Pubblicato il 25 maggio 2023 alle ore 15:22

Ben ritrovati amici di Sempre Al Verde,

 

EMEGERZENZA DOLLAR SPOT 

 

Purtroppo, come era prevedibile, siamo sotto attacco di una malattia fungina: DOLLAR SPOT

Sicuramente le piogge e quindi la foglia sempre bagnata, unita all’umidità e al fatto che l’azoto, che abbiamo dato ad inizio primavera, sia stato dilavato via, ha dato il via al patogeno.

 

Quali sono le cause?

 

Le cause che alimentano il patogeno (Sclerotinia Homeocarpa, riclassificata di recente in Clarireedia homoeocarpa) sono essenzialmente:

1- Temperature miti, tipiche primaverili (picco massimo tra i 15-25 gradi), con minime notturne di almeno 10 gradi.

2- Elevata bagnatura fogliare (tra cui anche rugiada mattutina) per più di 10 ore, dovuto alle numerose piogge di questo mese e alle escursioni termiche tra il giorno e la notte.

3- Livelli azotati e di humus bassi. In questo caso, se i livelli sono bassi, l’attacco è più grave.

4- Presenza di molto feltro, eccessi idrici e terreno asfittico.

 

Le specie più sensibili sono l’agrostis stolonifera, la Poa annua e la Poa pratensis. Festuca arundinacea e i loietti molto meno

Nel mio caso,  ha attaccato la festuca arundinacea, ma sto notando che è meno virulenta rispetto alle mie due parcelle di poa pratensis, dove stà facendo abbastanza danni.

 

Come Riconoscerla?

Si presenta come delle piccole chiazze tonde, che potrebbero essere scambiate per piccole bruciature. In foto (purtroppo prese dal mio tappeto erboso), vi mostro come riconoscere questa malattia. La prima cosa da fare è verificare la presenza di chiazze gialle sulle foglie con delle necrosi bruno-rossiccie, ma la caratteristica principale, che la distingue dalle altre necrosi (tipo leaf spot o Rhizoctonia solani), è la presenza di chiazze gialle sulla parte centrale della foglia a forma di clessidra. Altra osservazione da fare è la presenza di una piccola patina bianca su l’intera foglia. Il micelio può essere presente al mattino presto in presenza di rugiada e sta ad indicare la sua massima attività.

Il patogeno, quando attivo, attacca solamente la parte aerea della pianta e la corona. Radici e rizomi non vengono, fortunatamente attaccate, quindi si possono recuperare i danni con le giuste pratiche di manutenzione.

 

Cosa fare una volta riconosciuta?

Una volta che vi siete accorti della presenza del patogeno, cercate di non irrigare, calpestare o tagliare, altrimenti potete infettare altre zone del tappeto erboso e utilizzare dei disinfettanti per tutti gli attrezzi che avete utilizzato.

Chi è in possesso del patentino, procedere con la somministrazione di un fungicida (tebuconazolo è molto efficace) su foglia asciutta, la sera o la mattina e aspettare 48 ore per il rientro. Dopodiché, potete ricominciare a tagliare e/o concimare il vostro tappeto erboso. In questo caso, si possono fare delle concimazioni bilanciate azoto/potassio granulari a lento rilascio (meglio se organo-minerali) o rilascio programmato o ancor meglio, procedere con somministrazioni fogliari (spoon feeding) di urea, per farlo riprendere il più velocemente. Siccome il patogeno riesce a svernare nel feltro, è utile asportarlo, per minimizzare un suo futuro ritorno.

 

Prevenzione e lotta agronomica:

-Sicuramente le giuste pratiche agronomiche per limitare il feltro ad inizio primavera (arieggiatura, bucatura, top dressing etc).

-Irrigare solo al mattino presto, evitando la foglia bagnata il giorno e soprattutto la notte.

-Giusti livelli azotati e di humus. Quindi, concimi organo-minerali sono consigliati ad inizio primavera e oltre.

-Eliminare la rugiada sulla foglia la mattina, con delle mini irrigazioni (syringing ), o con uno scopettone o utilizzando dei prodotti antirugiada. Una tecnica molto efficace, emersa da studi scientifici, è la rullatura leggera e frequente (1/2 volte al giorno) del tappeto erboso al mattino, che va a “spremere” la foglia, liberandola dall’eccesso di umidità che contiene principalmente dei zuccheri (guttazione), che è il cibo preferito dal patogeno.

-Utilizzo di funghi antagonisti o di fungistatici.

Ora sotto con la Rhizoctonia 

 

Grazie per la lettura,

Sempre Al Verde Team 

 

 

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