INGIALLIMENTO ; CARENZA IDRICA O MALATTIA?

Pubblicato il 27 giugno 2023 alle ore 15:04

Ben ritrovati Amici di Sempre Al Verde,

 

Il caldo è arrivato, ormai superiamo abbondantemente i 30 gradi in tutta Italia. E' un periodo molto stressante per le microterme e se non abbiamo  fatto le cose per bene, nei periodi antecedenti, potremmo già cominciare a notare i primi segni di cedimento. 

Quasi sempre,  la tempestività nell'agire con consapevolezza, conta moltissimo, quindi dovremmo imparare a riconoscere le varie problematiche che possono capitare, in modo da decidere nel più breve tempo possibile cosa fare. 

Ognuno conosce e  deve conoscere il proprio tappeto erboso a fondo, soprattutto i punti deboli, che possono essere svariati, come zone che vanno in affanno ogni anno, magari nello stesso punto.

E' possibile che siano adiacenti alla siepe, in ombra, sotto un albero, oppure la zona dove l'irrigatore non bagna alla perfezione.

Una parte del nostro giardino con terreno particolarmente duro e compatto, vicino ai camminamenti, insomma, infinite possibilità che possono creare problematiche, ognuna con una soluzione differente da adottare o con più soluzioni valide per risolvere o tamponare momentaneamente il problema.

Non siamo alla ricerca della perfezione ma dello stato di salute del nostro prato, meno problemi abbiamo, meno grattacapi, più ce lo godremo a pieno.

Pensiamo ad esempio vicino ai camminamenti in pietra, situazione classica che porta a seccume da carenza idrica, se non ben irrigata. In questo caso l'impianto ipoteticamente bagna uniforme tutte le zone, è in linea con taratura dei pluviometri, ma in quel punto esatto andrebbe irrigata maggiormente a causa di maggior evaporazione.

Abbiamo  i metodi per tamponare il problema, ad esempio, aggiungere acqua manualmente con il tubo, oppure carotare  il terreno ed aggiungere zeolite, oppure, se progettato bene l'impianto ed i camminamenti erano già previsti in fase di costruzione, aumentare i millimetri d'acqua o la frequenza irrigua nella zona interessata (la scelta dipende dal substrato, dalla cultivar e dall'esposizione).

In estate purtroppo,  possono presentarsi  anche le patologie fungine. Anche in questo caso è fondamentale saper riconoscere, non quale patologia, ma essere consapevoli di avere un attacco in corso,  anche se non è sempre facile ad un occhio non esperto.

 

Come faccio a distinguere le due cose?


La cosa più semplice da fare, quando si hanno questi dubbi, è osservare immediatamente se le foglie ancora verdi (non quelle secche), della zona incriminata o nelle vicinanze, presentano delle MACCHIE FOGLIARI, come nelle foto (prese dal mio tappeto erboso durante questi anni) oppure  siamo in presenza di MICELIO COTONOSO.

Dalla foto si nota infatti delle chiazze gialle che possono avere spesso, dei contorni neri (NECROSI).

Se si hanno, molte foglie con queste macchie, accompagnate da una eventuale marcescenza/seccume e dalla classica forma a CERCHIO, allora quasi sicuramente siamo di fronte ad un inizio di MALATTIA FUNGINA che andrebbe trattata immediatamente, per arrestare il patogeno (nota bene, ARRESTARE non eliminare).

Può capitare anche che la zona  non sia ingiallita, ma si notino solo macchie fogliari. Può essere allora, che la malattia sia allo stadio iniziale e non è detto che avanzi, portando alla moria delle foglie.

Può essere ad esempio, che alcuni fattori, come la temperature principalmente o anche la resistenza alla malattia della cultivar in questione, faccia si, che il patogeno non abbia abbastanza forza da far avanzare la malattia. Questo perché, ogni malattia fungina, ha un proprio RANGE di temperature, entro il quale, ha il maggior sviluppo. Se prendiamo per esempio in considerazione la temutissima Rhizoctonia Solani, la sua attività massima rientra nel range di temperatura tra i 22 e i 28 Gradi. Sopra i 30/32 gradi, l’attività patogena rallenta fino a fermarsi. Quindi con temperature minime alte, la malattia di notte non avanza o comunque sia, molto lentamente, mentre di giorno, ovviamente resta completamente ferma. 

In estate, in genere, si hanno temperature sopra i 30 gradi, quindi di fronte a questa situazione e se abbiamo ancora il dubbio,  possiamo delimitare la zona in questione con dei stuzzicadenti o bandierine, in modo tale da verificare se al mattino successivo, la patologia, durante la notte è avanzata o meno, facendo seccare la zona in questione anche oltre lo spazio delimitato.
In caso quindi  di malattia fungina vi rimando a questo articolo, che spiega per filo e per segno cosa fare in caso di attacco.

COME EFFETTUARE UN TRATTAMENTO ANTICRITTOGAMICO


Se invece, non sono presenti MACCHIE FOGLIARI e/o marcescenza e/o MICELIO o la forma della chiazza di secco non è a forma circolare (mai visto una malattia fungina rettangolare o quadrata), probabile che siamo di fronte ad altri fattori che hanno portato a quell’ingiallimento.
Quello più probabile è una eventuale CARENZA IDRICA, che può esser dovuta a moltissimi fattori, tra cui la compattazione del terreno, la presenza di un terreno idrofobo,  molte volte alla totale mancanza di un impianto d’irrigazione che copra bene tutte le zone o semplicemente non sappiamo quanti mm d’acqua stiamo somministrando al nostro prato.

Acquistiamo quindi dei pluviometri che serviranno a verificare la quantità d'acqua distribuita.

Possiamo trovarli qui: https://amzn.to/3JzODvb 


Per verificare la carenza d’acqua, basta asportare un pezzettino di terreno in quella zona e verificare al tatto se il terreno sottostante l’erba, sia asciutto o meno. Fare la stessa cosa su una zona invece rigogliosa e confrontare le due zone, per accertarsi effettivamente della mancanza d’acqua, oppure con questo attrezzo consigliato per misurare l'umidità al suolo: https://amzn.to/46uw99h 

 

Per poter verificare al meglio la vostra irrigazione leggete  : L'IRRIGAZIONE DEL TAPPETO ERBOSO

 

Altre cause dell’ingiallimento, possono essere principalmente:


- Pipì di gatto/cane. Per capire se si tratta o meno di minzione di animale, basta annusare la zona e sentire il tipico odore pungente di ammoniaca.
- Bruciature da concime. In questo caso, basta vedere visivamente la presenza o l’accumulo di molti granuli di concime nella suddetta zona e confrontarla con un’altra zona dove non sussiste il problema. Se c’è molta differenza in numero, allora è quasi sicuramente bruciatura, dovuta all’alto grado di salinità.
- Presenza di Larve. Basta strappare le foglie e vedere se oppongono resistenza o meno. Se i ciuffi d’erba se ne vengono via facilmente, allora probabilmente ci sono le larve sotto il cotico erboso, che stanno rosicchiando le radici. A quel punto, basta tagliare con il coltellino quella zona e verificare effettivamente la presenza o meno. Vi ricordo che prima dell’ingiallimento, quella zona ha gli stessi sintomi della carenza idrica, quindi la foglia che si assottiglia e che il colore vira dal verde al blu.
Quindi, per capire qual è  effettivamente il problema dell’ingiallimento, la cosa migliore è andare per esclusione, a cominciare dalla presenza di macchie fogliari e/o micelio, per finire alla eventuale presenza di larve.   LE LARVE DEL TAPPETO ERBOSO

 

Vi ringraziamo per la lettura,

Siamo anche su Facebook e Instagram,

 

Sempre Al Verde Team 



Valutazione: 5 stelle
11 voti

Aggiungi commento

Commenti

Non ci sono ancora commenti.