AGENTI UMETTANTI E SURFATTANTI O TENSIOATTIVI

Pubblicato il 4 giugno 2023 alle ore 15:22

Ben ritrovati Amici di Sempre Al Verde,

 

Con un nuovo articolo dedicato ad un prodotto molto utilizzato dagli appassionati e professionisti del tappeto erboso.

Quasi tutti noi, nella dispensa dei nostri prodotti abbiamo in casa gli agenti umettanti, ne sentiamo parlare spesso e vengono consigliati in molte occasioni e per svariati utilizzi, ma sappiamo realmente cosa sono? Come sempre, per una gestione consapevole, faremo chiarezza sull'argomento.

 

COSA SONO GLI AGENTI UMETTANTI?

 

Essi sono come saponi, glicerina ad esempio e formati da molecole igroscopiche, con la capacità di assorbire molecole d'acqua e molecole idrofile, con proprietà attrattive dell'acqua. Gli umettanti sono composti inorganici che possiedono capacità antistatiche o di idratazione, usati in moltissimi campi, tra l'alimentare, cosmesi e giardinaggio, negli ultimi anni molto su tappeto erboso, per merito dei molteplici usi a cui possiamo abbinare queste molecole.

Sono composti chiamati tensioattivi, che modificano la fisicità di un liquido, diminuendo la tensione a contatto di una superficie solida, per una distribuzione del composto liquido migliore.

Usando quindi un tensioattivo, abbinato ad un liquido e distribuendolo a contatto di una superficie come il terreno, il composto penetrerà facilmente (da qui anche il nome di agenti penetranti). La distribuzione sarà più omogenea, poiché le particelle si diffonderanno  senza le tensioni superficiali e l' aumento della massa del liquido, insieme al prodotto umettante distribuito, aumenterà il movimento verticale.

 

L' acqua è un composto chimico e la sua  formula è spiegata in  H2O. 

La molecola dell' acqua è quindi formata da due atomi di idrogeno legati a un atomo di ossigeno. Questa molecola è definita “polare” a causa di un polo debolmente negativo, che si trova vicino all’ossigeno, e di un polo debolmente positivo, vicino all’atomo di idrogeno.

 

In sostanza, unendo i composti acqua ed agente umettante cosa succede applicandolo al terreno?

Lo vediamo sotto con un immagine presa da  note aziende.

 

 

 

L'acqua che noi usiamo in pompa, viene utilizzata come veicolante nelle nostre soluzioni al suolo e serve per trasferire gli elementi nutritivi che vogliamo proporre al nostro tappeto erboso in quel momento. Essa  come descritto in precedenza, data la carica polare (carica elettrica) è carica di tensione, che possiamo diminuire con il nostro tensioattivo, facendo percolare la soluzione in profondità.

L'agente umettante quindi modificando la carica, gestisce la soluzione in modo che tutti i nutrienti arrivino nella rizosfera, dove le radici delle nostre piante saranno presenti per la maggior parte. Questa pratica garantisce al nostro apparato radicale di poter beneficiare dell'intera soluzione applicata.

I vantaggi degli agenti umettanti non sono finiti qui, infatti, ad ogni applicazione si manterrà un grado di porosità corretto, poiché ogni molecola applicata, è composta da una testa idrofobica ed una coda idrofila, ciò vuol dire che da una parte si avrà un rapporto di umidità corretto, dall'altra si otterrà il deflusso dell'acqua in eccesso, in profondità, evitando quindi possibili ristagni all'apparato radicale.

Fermo nonostante che il substrato di cultura dovrebbe essere pensato e concepito  per essere drenante, ma in caso invece  si avesse il classico terreno argilloso, questi composti saranno di fondamentale importanza per la salute della pianta, con un utilizzo quasi obbligato a calendario per tutto l'anno. Nei substrati particolarmente argillosi o argillo/limosi infatti, serviranno umettanti in estate per mantenere l'umidità corretta, poiché l'acqua nelle argille non è sempre tutta disponibile, ed in inverno e durante le piogge, per aumentare la percolazione in profondità dell'acqua, mentre in entrambi i casi per avere il corretto rapporto d'aria a livello radicale.

Gli umettanti correggono inoltre situazioni di ruscellamento, chiamato RUN-OFF .

Il terreno affetto da ruscellamento è un terreno che respinge acqua a causa di tessuto vegetale in decomposizione. Questo tessuto è lo scarto organico dei microrganismi  che crea come un film sul substrato, rendendolo repellente all'acqua a causa della tensione dell'acqua stessa che scivola proprio sul film ceroso del substrato, senza penetrare ed idratare il suolo. I problemi maggiori si hanno appunto nei periodi caldi, quando l'attività microbica dei microrganismi è più elevata.

Questi terreni di solito, soffrono anche di idrofobia e più sono idrofobici e minore sarà l'acqua che penetrerà nel terreno.

Non è detto che tutto il terreno o substrato sarà affetto da questo problema, ma possibile che si tratti di idrofobia localizzata o ruscellamenti localizzati in una parte o in diversi punti del nostro giardino. 

Il mancato drenaggio viene chiamato DRY SPOT e si può riconoscere se si verificano macchie secche da carenza idrica, con  il terreno  irrigato da poco. La prova del 9 quindi è  verificare l'umidità al suolo e se scarsa anche dopo l'irrigazione,  avremo la certezza di idrorepellenza. 

Per ovviare al problema si possono comunque effettuare carotature LE CAROTATURE SUL TAPPETO ERBOSO o bucatureLE BUCATURE SUL TAPPETO ERBOSO al top soil, per favorire la percolazione, ma in alcuni casi gravi non è detto che l'acqua riesca comunque a penetrare nei fori. Ribadiamo il concetto che la sostanza organica applicata in maniera costante al suolo, può intervenire in maniera favorevole al drenaggio e a trattenere acqua disponibile alle piante. 

Anche la composizione e tessitura del suolo è importante, infatti i terreni sabbiosi sportivi sono di norma  più idrofobici, poiché eseguiti con sabbie fini e compattati da calpestio e lavorazioni successive.

Anche in questi casi l'uso di agenti umettanti a calendario è fondamentale, per idratare al meglio il terreno e per non aumentare i costi legati all'aumento di litri di acqua al m2. 

Il drenaggio in un tappeto erboso è uno dei fattori più importanti, lo stesso lo scambio aria acqua che aumenta la fertilità del suolo aumentando le colonie di microrganismi e processi biologici. La salute dell'apparato radicale è un altro fattore da non sottovalutare, l'ossigenazione aumenta l'esplorazione della parte ipogea e un ristagno idrico rende la pianta debole e soggetta alle patologie fungine del periodo. L'uso quindi di tensioattivi riduce le problematiche e conserva uno stato di salute maggiore.

I professionisti dei green, per misurare il compattamento del suolo. utilizzano uno strumento chiamato penetrometro, ove tramite resistenza del chiodo  si avrà un dato oggettivo, per poi poter intervenire successivamente se necessario.

Per misurare il drenaggio, ovvero la velocità di infiltrazione idrica, si usa uno strumento chiamato infiltrometro, strumento graduato che misura la quantità d'acqua in un determinato tempo.

Noi appassionati invece, abbiamo a disposizione i pluviometri, strumenti comuni e di poco costo, che senza problematiche al substrato, misurerà i mm d'acqua caduti in un determinato tempo al nostro tappeto erboso.

 

Volendo calcolare la penetrazione d'acqua al suolo, senza strumenti professionali, si può adottare questa tecnica.

  • Munirsi di uno spezzone di tubo di circa 4cm
  • Adagiare il tubo nel substrato (quindi a 4cm di profondità) a filo terreno.
  • Riempire di acqua il tubo.
  • Far partire  un cronometro.
  • Dopo 15minuti misurate in millimetri, quanta acqua ha perso il tubo o assorbito il terreno. 
  • Moltiplicate la misura per 4 

 

Il dato che vi uscirà sarà la capacità oraria di penetrazione dell'acqua. Un valore tra 20 e 30mm/h sarà decisamente scarso, ma lo noterete anche voi dal lento deflusso o ristagni idrici. Un top soil davvero drenante può arrivare anche a 500mm/h. 

  

 

I TENSIOATTIVI NON SONO TUTTI UGUALI:

 

Il mercato ad oggi offre moltissimi  prodotti umettanti o surfattanti.  La scelta come sempre, ricade sulla qualità del prodotto, anche se verosimilmente sembrerebbero funzionare tutti, nella percolazione dell'acqua in profondità. Alcuni hanno dosaggi da 25ml su 100m2, altri da 180ml su 100m2. Alcuni addirittura costano un quarto degli altri. Quali sono quindi le differenze ? 

Facciamo intanto presente, che alcuni di questi prodotti hanno  anche funzione da adesivante o anti rugiada.

Se non avete letto l'articolo vi invitiamo a leggerlo LA RUGIADA  .

Altri invece, come mostrano le etichette dei distributori, hanno altre funzioni, chi curative su dry spot, chi preventive, alcuni entrambi, altri prodotti che fanno percolare l'acqua in profondità, alcuni che la trattengono invece di più, promuovendo alla soluzione un percorso anche orizzontale e non solo verticale.

Esistono infatti varie tipologie di tensioattivi, ognuno con caratteristiche diverse da un altro.

Tutti gli agenti umettanti sono tensioattivi, quindi nella totalità dei prodotti, verrà eliminata la tensione dell'acqua e favorita la percolazione in profondità. chiamati umettanti di distribuzione. Alcuni invece vengono chiamati surfattanti, poiché grazie alle varie molecole chimiche combinate tra loro, riescono a dirigere l'acqua lateralmente e far durare molto più a lungo l'effetto trattenendo molta più acqua e rendendola disponibile.

In tutti i prodotti comunque si otterrà una distribuzione omogenea della soluzione.  

Alcuni tensioattivi, anche abbastanza recenti, sono prodotti con mix di varie molecole, per ottenere scopi ben precisi. Questi prodotti sono costruiti con catene diverse di tensioattivi, corte, medie e lunghe. In primis doneranno un effetto prolungato dell'assimilazione dell'acqua da parte del substrato, quindi meno applicazioni. Un classico umettante si scompone in circa 4 settimane, mentre un surfattante con catene medio lunghe arriverà a scomporsi nel doppio o triplo del tempo, donando al substrato e alla pianta tutti i vantaggi di queste molecole.

Da poco  in commercio  esistono prodotti granulari  tensioattivi o concimi con all'interno il tensioattivo dove noi di  Sempre Al Verde, ne stiamo verificando in questo periodo, la bontà del prodotto.

 

 

QUANDO USARE I TENSIOATTIVI? 

 

Questi prodotti dovranno essere distribuiti sempre con dosaggi dettati, da etichetta del distributore.

Nel periodo invernale o nei periodi con particolare piovosità, consigliamo l'utilizzo di un tensioattivo semplice, con lo scopo di eliminare l'acqua in eccesso. Questo anche per contenere i costi, poiché un prodotto semplice, costa meno di un surfattante capace di trattenere più acqua, che invece dovrà essere usato a partire dai mesi caldi, come giugno a cadenza di circa 30/45 giorni (dipende dal prodotto), per aiutare il più possibile nella gestione delle irrigazioni, trattenendo acqua e lasciando il substrato con la giusta umidità. Un substrato infatti troppo secco, con foglia umida da rugiada e umidità prolungata, sarà anche più a rischio e più suscettibile a contrarre patologie estive. 

In autunno in base alle temperature e clima del momento decideremo il prodotto corretto per noi. 

In fase di semina possiamo utilizzare i surfattanti per donare al substrato quel giusto grado di umidità necessaria.

Insomma possiamo definire gli agenti umettanti un gran beneficio ed una preziosa arma a nostra disposizione, proprio per le loro capacità di aumentare la disponibilità idrica, la traspirazione, aumento radicale. Favori che a mio avviso val la pena di chiedere.

 

    COME DISTRIBUIRE UN AGENTE UMETTANTE?

     

    Alcuni prodotti in commercio non richiedono irrigazioni successive ma visto e considerato che il prodotto non è quasi mai dato da solo, ma appunto sfruttato al meglio per una buona applicazione radicale,  preferisco sempre successive irrigazioni. La goccia che esce dalla nostra pompa, nelle applicazioni radicali, deve essere grossa, al contrario delle applicazioni fogliari dove ci vuole la goccia fine, quasi nebulizzata. 

    La procedura è la stessa di un comune prodotto radicale e può essere usato per spingere in profondità il nostro fertilizzante o prodotto che vogliamo far arrivare più in basso possibile.

    In fine è consigliata un irrigazione di 3/5litri acqua m2, meglio se il terreno è stato bagnato prima sempre con la regola di 1/3 irrigazione prima e 2/3 di irrigazione successiva. Aiuterà il nostro preparato ad aver la strada spianata verso la meta.

     

    Ringrazio per la lettura, ricordiamo che siamo su Facebook e Instagram, seguiteci per rimanere aggiornato su tutte le novità.

     

    Sempre Al Verde Team

     

     

     

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    Commenti

    Michele
    6 mesi fa

    Un po' di chiarezza in questo mondo fatto solo di aziende commerciali, senza formazione e districarsi tra mille prodotti è sempre difficile. Bravi, mi farò seguire da voi sicuramente nella realizzazione del mio giardino.