Le mie più grandi passioni sono la meccanica e prato,
così ha cominciato a raccontarci Diego De Zuani, come è cominciata la sua carriera lavorativa, un professionista ma soprattutto un grande appassionato di tappeti erbosi.
A fine settembre siamo stati al Demogreen (29/9/2023) e sequestrato letteralmente Diego De Zuani, in una chiacchierata molto piacevole e costruttiva.
Grazie a Geogreen e a Diego, per il tempo che ci avete dedicato, è stato tempo di qualità ed un vero piacere ascoltarti, perché si vede che c’è davvero tanta passione in quello che fai.
Lavoravo in officina meccanica, come sviluppo prototipi e mi occupavo di tutto dalla A alla Z, insieme ad un ingegnere di nazionalità francese, che mi ha insegnato tantissimo. In officina usavo di tutto, frese, torni, piegatrici. Fu suo, uno dei primi brevetti FAP. In quel periodo il giardinaggio per me era un hobby e lo praticavo soprattutto nei week end .
Man mano che passava il tempo, mi resi conto che il mio hobby diventava sempre più importante per me e decisi di licenziarmi dall'officina, avevo tanta passione per il giardinaggio ma volevo anche formarmi e mi feci assumere da un professionista per imparare, sono stato dipendente per 4-5 anni, ho iniziato dalla gavetta e mi ricordo che una delle mie fisse del periodo era quella di avere sempre le attrezzature in perfetta efficienza, grazie a lui ebbi la fortuna di lavorare in un golf con all’interno un vivaio di agrostis, dalla primavera fino autunno inoltrato, come esterno mi toccavano i lavori più duri e faticosi ma credo che sia scattata qui, la mia fissa per il tappeto erboso.
Si iniziava all'alba con i primi raggi del sole e alla mattina alle 8 doveva essere tutto pronto, taglio, sistemazione zolle, controllo rugiada, quanto freddo che ho preso in quel periodo, non avevo idea di quale doveva essere la mia mansione del giorno e quindi non sapevi mai come vestirti , alle 5:30 battevi i denti e alle 9 scoppiavi dal caldo.
Successivamente decisi di fare il grande salto per mettermi in proprio, con la liquidazione acquistai subito un camioncino per andare a fare i giardini, poi con un socio iniziai una produzione di prato in zolle, all'inizio acquistando il seme da piccole aziende locali e poi ho collaborato per diversi anni con l'azienda americana Scotts , in quegli anni non c’erano molti produttori, solo qualche vivaista che produceva agrostis, che veniva zollato a mano con il badile e arrotolato su legno di salice, parlo degli anni ’90.
Sono partito con varietà miste, loietti, poa e agrostis anche per venderle ai campi da golf, ma mi sono reso conto che sulle agrostidi non si guadagnava abbastanza, se contate il tempo, la manutenzione che va dietro, taglio e tutto il resto, non rimaneva attaccato nulla. I golf erano molto pretenziosi, taglio massimo a 5mm e ovviamente in perfetto stato. Le Festuche invece sono arrivate dopo, negli anni 2000 ma sempre con scarsa informazione per quanto riguarda la gestione.
In quegli anni sono partito con niente, poche informazioni, non usavo computer, telefono, internet, ma sono stati anni meravigliosi, Scotts forniva tutto, semi, concimi, piani di concimazione e lista dei trattamenti fungicidi in prevenzione.
Tantissimo azoto e trattamenti fungicidi mi costringevano a cambiare terreni perché dopo 5-6 anni iniziavano i problemi di produzione, si allungavano i tempi di produzione e aumentavano le patologie ma con la rotazione colturale e tornando poi nei terreni precedenti, si riusciva ad ottenere comunque buoni risultati, ma era comunque un costo non indifferente. Poi Scotts ha ceduto la succursale europea , ci sono stati dei cambiamenti e col tempo mi sono staccato e ho voluto continuare per conto mio.
Si Lavorava tanto in quel periodo, tra vivaio, giardinaggio, preparazione dei terreni per aumentare le produzioni, con l'aumentare delle temperature si toglievano le zolle la mattina prestissimo con le luci sul trattore per darle fresche ai giardinieri.
In seguito tramite un viaggio in Inghilterra, visitando un vivaio molto grande, conobbi un produttore di prato, il problema in quelle zone è la pioggia incessante, lisciviazione quindi e mi ha parlò di concimi a cessione controllata, ricoperture con polimeri e con resine e delle cessioni in base alle temperatura e umidità, cominciai quindi a cercare in Italia e conobbi Geogreen che trattava prodotti Mivena. Dopo molte prove effettuate sui miei campi, capii che quel tipo di cessione mi aveva risolto gran parte de i problemi estivi, come patologie e che le buone resine fanno proprio la differenza nella gestione e continuo ad usarle tutt’oggi con grandi risultati.
In estate un concime dato al momento giusto, nelle corrette dosi e soprattutto ricoperto da buona resina rilascia il giusto quantitativo di nutrienti causando meno malattie, meno problemi in generale, se abbinato poi a dei liquidi fogliari, come certe alghe brune che hanno potere brachizzante si ottiene un grande aiuto e beneficio per le piante.
Molto spesso però alcuni problemi estivi derivano proprio da errori di gestione commessi in primavera.
Secondo me, l'autunno è il periodo più importante per la nutrizione delle graminacee, esse calcolano il fotoperiodo e vanno in accumulo dei nutrienti, la pianta sa che non deve andare a fiore e accumula negli internodi radicali, in questo periodo quindi bisognerebbe spingere un pochino di più finchè ci sono le corrette temperature del terreno. Un giorno o due di freddo non cambiano le temperature al suolo.
Per esempio: da settembre a fine novembre circa, in un un classico mix di microterme, tenuto bene, se viene utilizzato un concime bilanciato nel titolo e nella cessione, dalla durata di 3 mesi circa si possono calcolare circa 7 unità di azoto a settimana per quelle 10-12 settimane, 70 unità per ettaro, io uso molto bilanciati in questo periodo ed in primavera la pianta partirà da sola grazie ai nutrienti accumulati, ovviamente dopo la ripresa andrà sostenuta con una nuova concimazione.
Da metà novembre in poi, si dimezzano le dosi perché l’attività vegetativa è molto ridotta.
I concimi con sostanza organica in forma solida con azoti organici che non sono totalmente umificati non li uso molto in nutrizione del tappeto erboso poiché non sono facilmente controllabili, i microrganismi che trasformano la S.O. sono termofili o mesofili , questi ultimi con crescita ottimale nel range da 25 a 35°C e capacità di crescere da 15 a 45°C. La maggior parte dei batteri presenti nel terreno sono mesofili ed in inverno la sostanza organica solida data in copertura non sarà trasformata poiché mancano le temperature, mentre può succedere che a luglio con alte temperature abbiamo un eccesso di S.O. che sta cedendo e noi non riusciamo a fermare questo processo.
Sono totalmente a favore dei concimi organici, sono importanti per mantenere vivo il terreno, ma il prodotto dovrebbe essere tutto disponibile e trasformabile. Per essere utilizzato al meglio e avere la maggior disponibilità bisogna fornirlo alle corrette temperature. La forma solida va bene se deve essere
interrata e non distribuita in copertura nel tappeto erboso, mentre può essere utile in copertura per altri tipi di colture. Questa è la mia esperienza ed il mio pensiero.
La sostanza organica necessita di azoto per completare il processo di trasformazione altrimenti non avviene, a mio avviso funziona molto bene nei periodi intermedi come primavera ed autunno, ed è fondamentale fornirne molta di buona qualità, estratta a freddo e con PH 7, sempre nei periodi corretti.
Bisogna fare un passo avanti anche verso l’uso dei microrganismi , spesso utilizzati in modo errato, quasi come fossero dei fitofarmaci. I microrganismi non solo aiutano, ma sono fondamentali per trasformare la sostanza organica e per rendere fertile il suolo aumentando le difese immunitarie delle piante. Bisogna imparare ad usarli e considerare anche il beneficio dei batteri sul tappeto erboso una monocultura fissa, sempre su quel suolo e sempre la stessa e questa è una cosa che ho scoperto e imparato nel tempo.
I batteri aiutano le piante e sono presenti sia nella fillosfera che e soprattutto nella rizosfera (zona delle radici) e anche in questo caso bisogna nutrirli tramite della buona sostanza organica, non è distribuendone di solida in copertura che la mettiamo immediatamente a disposizione, essa dovrà passare dallo stato solido a quello liquido per poi penetrare nel terreno, meglio utilizzare prodotti come ad esempio organici liquidi, verificando che siano prodotti con le giuste matrici organiche e le corrette e migliori estrazioni del materiale di cui è composto il prodotto.
Sempre Al Verde: Grazie Diego
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